in fervida assenza
trent'anni di poesia
I edizione: maggio 2010
AUTORE Franco Manzoni
FORMATO 12X20 cm.
PAGINE 176
ILLUSTRAZIONI 16 disegni di Daniele Oppi
CODICE ISBN 978-88-87724-51-6
PREZZO euro 18,00
Di questo libro, stampato su carte italiane di Fedrigoni e Cordenons,
sono state tirate 732 copie di cui trentadue (numerate
in romano), una per ciascun anno di poesia dell’Autore, contengono
il disegno di Daniele Oppi “Noi”, appositamente riprodotto
a cera su carta alla Cascina del Guado.
(PDF
sample, 20 Kb.)
PAGINA DEDICATA
PROFILO DEL LIBRO:
POESIA
La raccolta di tutte le liriche di Franco Manzoni. Voce poetica limpida
e forte, attraversa il tempo dal 1978 al 2010, dando spazio e forma a
sensazioni passate e presenti, prospettando eventuali luoghi per quelle
future.
Indice:
Morbido (1978)
Agonie (1978)
Scalata; Latrato delle segrete; Livida ambascia; Fissità prevista
Senza volto (1980)
La traccia; Attorno; Il viaggio; Timore; Concerto; Privata
Il vascello (1984)
Appello (1985)
Esausto amore (1985 / 1987)
Felici liquidamente; Minuto d’amore; Quali passati; Sei venuta intera;
Ad ogni respiro; Ugualmente; Negli anni se vai; Quella lucciola;Felice
assente; Perditi il sogno; Tu nascosta; Giovane pasta; Saprai il biglietto;
Era il canto; Candele irate; Finché reggi; Il gioco delle labbra;
Marzo per finire; Piastrelle; Alla prossima conchiglia;
Niente da perdere; Si va scivolando; Asciugami; Ti sei fatta vento; Nella
pagoda; Nel segreto tuo; Finalmente goniometro; Ti so corpo e niente;
Sarò nelle tegole
imperatore! tredici grida di parole (1987)
Delle svelate cose; Un teste; Verso l’isola; Unione mistica; Occhi
alla torre; Tra anima e ventre; Il mostro di luce; Diversa; Un colpo a
colpo; Nel caso foste recidivi; Velluto nuovo; Contro la lingua; Così
Stava la giacenza
Cosettina (1988)
Stanze d’argilla (1988 / 1989)
La tegola; Come è; Dove inizia un altro tempo; Schiusa la luce;
Al solito alla fermata; Se eri tu non so; Voci di giovani; Questione di
crateri; Di abitarti; L’assenza; Persiane; Il treno una luce; Le
stanze sono vuote; Giorni come racconti; Amarsi l’anima
Angelo di sangue (1988)
Totò (1988 / 1989)
Dove inizia un altro tempo; è il tuo fantasma; Tübingen; Bonsai;
Polpa; Nel tempo prorogato; Occhi di suora; Il bisbiglio dei soldati;
Papà; L’ultimo frontaliere; Pedoni; Oltre noi; Si è
abbattuta sul mio scudo; Nella Milano questa deserta; Mai; C’era
un bisogno; Di sera; Ai pensato mai; La mente; Continuiamo l’amore;
Vivi felice;
Sono rimaste le posate; Cercando lavoro dove vai; Mi lasciano le ali;
Combat pour une perle; C’è un bambino cammina; Totò
Padania (1990)
Purpurea suona una campana; Prima acqua; Con facce biancolino; Nel fango;
Nell’aria del cielo; S’apre il portale; Da sotto la grondaia;
Siede il cieco; Un ponte; Al roccolo; Alla Luna; Sotto la pagoda azzurra;
Sul fieno; Là dove un cane morde; Nel bosco; Oh quante ballerine;
Alito di vigna; Pesanti; Trillano i vetri; Piccolo volava; Corpo che esce;
Sento l’appello; Sotto l’umida finestra; Ora di ghiaccio;
Tempo di castagne; La campagna è in festa; Ciclamini stanno; Odore
di bucato; Nel giorno di calura; Eternamente; Nell’acqua uguale;
Bevi e canta; Un vortice di raggi; Ecco lassù squillando; Tra argini
più snello; è notte; Tutto è casto; Senti come passa;
Non so più se in croce; Dormi piccola
Verso la seta (1990)
Corona di Frine adottata; Schianto di frantoio; Non si è mai soli;
Qui; Rinchiuso in un metrò; Edizione speciale; Verso la seta; Gente
di passaggio; Senza sapere come; Terminando le palpebre; Fisionomia; Morso
sul retrocollo dalla brace; Fazzoletto dove mi ho pianto; Questa sera;
Facevo il pane; I regali dei morti; Okay
Faccina (1990)
Parlerai dei tuoi fratellini; Come respira il mattino; Una piccola canzone;
Prosegui a lottare; No comment al tuo fianco; Ogni gradino; Sarebbe qui;
Cosa ci resta; Non è che un momento; Sta; Oh sì; Bi, e poi,
boh?; Su, raccontami una fiaba; Potessi venire a prenderti; Cara creatura
calda; Far la valigie; Confusi cantando
Lettere dal fronte a mio zio Franco (1943-1993)
Ripeto sì; Chiusi tutti; Armati alla; Come beffati bambini; Clandestinamente;
Due squadre; Cara mamma; Lontano davvero; Come un’erba santa; Parto;
Attraverso la censura; Gli occhi sul mondo; Eccomi comandante; O fu il
caso?; Schivo; Una carezza sul petto; Espresso; Come un matto; Delle sere
d’estate in Lombardia; Pronti; L’anima un fagotto; Non ci
capisco più niente; All’arma bianca
Figlio del padre (1999)
Nella casa di Marta; Vess Tucc; Vos a mezza; Le date alle arance; Quale
specchio; O quasi un gesto; Paura del paradiso; Sdraiato; Per quale millennio;
Aroma d’ammoniaca; Il campionario; Per il sesto piano; Eco d’esistenza;
A trombe sciolte; Nonno Pino è un vero dio; Lungo la parete; Ai
varchi delle tempie; Fotocopie; Sul muso di vespe; Il centro del coraggio;
Nel gioco dell’offesa; Fuori nevica; Profumati di canfora; Sentinelle;
Vittoria; I vecchi; Dove tu sarai; Ogni giorno; Figlio del padre; Sull’estremo;
In contumacia; Solo dolore
La Marisa (1999)
Casa di passaggio (1999 / 2001)
Bordell; Fra puttane slave e nigeriane; Casa di passaggio; Trottola
Nel temperamento disequabile (2001 / 2005)
Voeùj; Il mio fiume; Ai piedi di Andréia; Dentro l’abbraccio;
Nel temperamento disequabile; Lungo un amore; Il passeggero metafisico;
Fil de ferr;L’ultimo tratto del viale; Prossimamente; Ibridandosi;
Oltre gli oggetti; Tort marsc
Cantico della creatura (2005 / 2010)
Dov’eri; Opere e giorni; Senso; La ragazza di Santiago; Luci di
tenerezza; Lettera da Playa Siboney
Interventi critici di:
Roberto Mussapi per “Esausto amore”
Gilberto Finzi su “Stanze d’argilla”
Alberico Sala per “Totò”
Carlo Alessandro Landini Tra ermetismo e barocco
Roberto Sanesi su “Padania”
Matteo Collura per “Verso la seta”
Vincenzo Guarracino su “Faccina”
Guido Oldani per “Figlio del padre”
Su “Padania”
Vengono subito in mente, osservando questi frammenti lombardi (quelli
verbali, retti su un “discorso” piano; quelli visivi, descritti
con un’accuratezza “distante”), i princìpi dell’Imagismo
enunciati da Pound. Soggettivo o oggettivo che sia, con acutissima distinzione
nel definire l’immagine, l’oggetto è trattato direttamente,
non evocato, non imitato, e caso mai “nominato”, con una implicita
e ferma convinzione della parola non come strumento della poesia ma come
sua sostanza. Tale che non vi sia bisogno di variazioni o precisazioni,
come in effetti quasi sempre nella dizione poetica di Franco Manzoni,
in quel suo parlato pudico, sottovoce, che potrebbe sembrare fragile sulla
pagina se poi non fossero i suoni a dare corpo, a fare della cosa una
cosa detta, o ciò che è detto una “cosa”. Alla
quale contribuiscono certi sottili, segreti, e tuttavia ragionati esercizi:
Nel bosco, per esempio, dove le sibilanti trascorrono come un vento, per
non parlare di certi scontri (ombra/bara; zoccolo/nocche/boccoli) o dolcezze
(pianura/piana; alitando/alitando), che si sentono a volte afferrati quasi
per caso, con rapidità improvvisa di tratto, che sposta appunto
l’attenzione al visivo, e perciò funzionali. Quanto ai ritmi,
nei quali si sospetta una lontana matrice pascoliana (ma dalle Miricae,
e più che altro, forse, per convivenza con la poesia latina), e
magari un “appoggio” della voce su cadenze leggermente intimiste,
il fatto che la frase musicale tenda a sfuggire a uno schema rigido per
spezzarsi secondo un’intenzione di “parlato” sembrerebbe
confermare una vocazione quasi minimale – contraria al tono alto
per esempio, in qualche modo anti-classica pur nella ricerca di una limpidezza
assoluta, ma anche anti-sperimentale, avversa a irrequietezze d’avanguardia.
Tanto è vero che è proprio in questa tonalità, nelle
scelte linguistiche con le quali si esprime, che l’essenza lombarda
trova un suo coerente correlativo oggettivo.
Cosa che accade, in modo molto simile, alle immagini di Alvaro che le
accompagnano, e che sembrano voler denunciare con pari autonomia non tanto
luoghi riconoscibili – a illustrazione, per esempio, del testo –
quanto la sostanza di questi “luoghi” in quanto frammenti,
reperti, esempi tutto sommato metaforici di paesaggio; e appunto spogliati
di ogni effetto facile, e più isolati in una concretezza atemporale
che descritti, e cioè circoscritti (non per limitazione, caso mai
per estensione) alla loro appartenenza a un mondo che è quello
e non altro, cioè lombardo, perché oggettivamente desunti
da esso, e tuttavia riferibili anche ad altro se ciò che alla fine
ne resta è solitudine, silenzio, immobilità, e forse nostalgia.
Anche per Alvaro, insomma, quasi sempre il problema non è l’imitazione,
ne tantomeno il “pittoresco” (aspetto che si può fare
strada al massimo con il concorso del colore, della materia pittorica),
essendo ogni rischio superato, nel disegno, dall’accentuata estraneità,
o straniamento, di particolari portati in primo piano, dall’asciutta
funzionalità del tratto, e dall’effetto di distanza (solo
leggermente fotografica, qua e là, ma per quel senso sottile e
inquietante di cosa perduta che hanno le vecchie fotografie) ottenuto
da bianco e nero.
Nell’incontro, non determinato da alcun progetto (il poeta e il
pittore avevano già lavorato attorno al soggetto, che è
loro naturale, con il proprio linguaggio e seguendo un percorso di rifrazioni
emotive del tutto personali), l’immagine verbale e l’immagine
visiva non stanno l’una di fronte all’altra per sorreggersi
o integrarsi. E tuttavia, ed è questo che rende l’operazione
singolare, mentre rendono leggibile la loro differenza testimoniano un
carattere di unità.
Roberto Sanesi
Disegni e dipinti di Daniele Oppi (Milano, 1932 - 2006)
“Senza Titolo”. Carboncino – 1959
“Senza Titolo”. China – 1992
“Senza Titolo”. Smalti su ceramica a forno – 2004
Matite del 1978. Inediti, fanno riferimento al secondo soggiorno newyorkese
dell’artista. Sono stati esposti come “Carte segrete”
alle Segrete di Bocca a Milano nel 2002
“Primi piani”. Tecnica mista – 1964. Collezione Terreni
“Subamerica”. Acrilico su tavola – 1967. Private collection
N.Y.
“La festa della vita”. Acrilico su tela – 1951. Collezione
Privata
“Autoritratto”. Acrilico su tavola – 1968
“L’attesa”. Tecnica mista – 1989
Particolare da “La città vive”. Tempere su carta –
1952
richiesta
informazioni
|